SUPERBONUS 110%, ECCO LA GUIDA DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

2020-08-01 09:20:24 gagliano

 

24/07/2020 – L’Agenzia delle Entrate ha finalmente pubblicato la Guida al superbonus 110%, il documento che fornisce le prime indicazioni sull’agevolazione dedicata al miglioramento energetico e sismico degli edifici e propone una serie di casi pratici per spiegarne l’applicazione.
 
La Guida illustra, attraverso una ricca carrellata di casi pratici, tutto quello che c’è da sapere sull’agevolazione introdotta dal Decreto Rilancio. L’incentivo consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per gli interventi che aumentano l’efficienza energetica degli edifici e per quelli antisismici. La guida fornisce, inoltre, indicazioni sulla possibilità introdotta dal Dl Rilancio di cedere la detrazione o di richiedere al fornitore uno sconto immediato con la possibilità per quest’ultimo di cederlo ulteriormente.
 

Superbonus 110%, per quali immobili si può ottenere

Il Superbonus è riconosciuto nella misura del 110% delle spese, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo. Può essere chiesto per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per interventi effettuati sulle parti comuni di edifici condominiali, sulle unità immobiliari indipendenti e sulle singole unità immobiliari (fino ad un massimo di due). Non può essere fruito, invece, per interventi effettuati su unità immobiliari residenziali appartenenti alle categorie catastali A1 (abitazioni signorili), A8 (ville) e A9 (castelli).

Superbonus 110%, gli interventi ammessi

Il Superbonus del 110% spetta prima di tutto per gli interventi volti a incrementare l’efficienza energetica degli edifici e le misure antisismiche. A queste tipologie di spese, dette “trainanti”, si aggiungono altri interventi, a condizione però che siano eseguiti congiuntamente (“trainati”) ad almeno un intervento trainante: rientrano in questa categoria, per esempio, l’installazione di impianti fotovoltaici connessi alla rete elettrica sugli edifici e di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici.
 

Superbonus 110%, i beneficiari  

Per quanto riguarda i beneficiari, possono accedere al Superbonus le persone fisiche che possiedono o detengono l’immobile (per esempio proprietari, nudi proprietari, usufruttuari, affittuari e loro familiari), i condomini, gli Istituti autonomi case popolari (IACP), le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, le Onlus e le associazioni e società sportive dilettantistiche registrate, per i soli lavori dedicati agli spogliatoi. La guida chiarisce che i soggetti Ires (e, in generale i titolari di reddito d’impresa o professionale) possono accedere al Superbonus solo per la partecipazione alle spese per interventi trainanti, effettuati sulle parti comuni di edifici.
 

Alternativa tra detrazione, cessione e sconto 

Il Dl Rilancio ha anche introdotto la possibilità per i contribuenti di scegliere, in alternativa alla fruizione diretta della detrazione prevista, di ottenere uno sconto dai fornitori dei beni o servizi (cd. sconto in fattura) o di cedere il credito corrispondente alla detrazione spettante. Questa possibilità riguarda le spese sostenute nel 2020 e nel 2021 per gli interventi ai quali si applica il Superbonus ma anche per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, di recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti (cd. bonus facciate) e per l’installazione di impianti solari fotovoltaici e di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici e prevede la possibilità di successive cessioni da parte del cessionario. 
 

Fonte:https://www.edilportale.com/news/2020/07/normativa/superbonus-110-ecco-la-guida-dell-agenzia-delle-entrate_77780_15.html

 
 
 

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NUOVA IMU 2020

2020-07-11 09:48:34 gagliano

Per il 2020 sono cambiate le imposte sulla casa: mentre la Tari riamane invariata, Tasi e Imu saranno accorpate. Si pagherà quindi solo l’Imu (sempre sulle seconde case): la prima rata è in scadenza il 16 giugno, sia per chi vuole pagarla in due rate, sia per chi sceglie la rata unica.

Come deciso nella scorsa legge di bilancio, l‘imposta sugli immobili che non sono abitazione principale nel 2020 è solo una: l’Imu diventa un unico tributo insieme alla Tasi. A conti fatti il cittadino continuerà però più o meno a pagare la somma delle due vecchie imposte anche se l’unica da pagare sarà la nuova Imu. Anche le modalità di pagamento rimandono le stesse: prima scadenza, il 16 giugno per pagare l’acconto o l’intero importo dovuto.  

Quando e come si paga

Il versamento della nuova Imu viene fatto in due rate, scadenti la prima il 16 giugno e la seconda il 16 dicembre, con possibilità di versare interamente il dovuto entro il 16 giugno. Attenzione, perché in caso di versamento in due rate, a giugno si paga l’imposta dovuta per il primo semestre utilizzando aliquote e agevolazioni dell’anno precedente. In pratica, a giugno 2020 paghi la metà di quanto hai versato per Imu e Tasi nel 2019, a dicembre si fa il conguaglio in base a quanto delibera il Comune.

L’imposta è dovuta per l’anno in corso e viene calcolata in proporzione alla percentuale di possesso e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto il possesso. Il mese si conta per intero se il possesso dura più della metà dei giorni di cui si compone il mese, ad esempio se erediti una casa il 18 aprile l’Imu è dovuta a partire dal mese di maggio.

Attenzione, in caso di vendita, il giorno del rogito ricade sull’acquirente, inoltre l’imposta del mese del trasferimento resta interamente a suo carico nel caso in cui i giorni di possesso risultino uguali a quelli del venditore.

Fonte:https://www.altroconsumo.it/soldi/imposte-e-tasse/news/nuova-imu#

 
 
 

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FERM LIVING

2020-07-04 09:41:51 gagliano

Special Products: Ferm living è creato una light office collection da amare

Colori caldi, materiale satinato e geometrie rilassanti per un atmosfera accogliente.

Abbiamo ascoltato i suggerimenti dei nostri collaboratori e dei nostri clienti  per scoprire nuovi spazi interessanti nel mondo dell’ambiente lavoro. 

Suggerimenti e scoperte di nuovi prodotti interessanti nel mondo dell’interior: l’arredo incarna perfettamente il nostro animo caldo latino e lo stile moderno con un’attenzione maniacale al dettaglio e alla qualità dei materiali.

 
 
 

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IN CHE MODO IL CORONAVIRUS CAMBIERA' LE NOSTRE CASE?

2020-04-22 19:10:23 gagliano

Ci chiediamo tutti come la pandemia di Coronavirus cambierà le nostre vite e abitudini e se torneremo alla nostra vecchia normalità. Stando in isolamento all’interno delle nostre case, siamo anche più consapevoli dei limiti delle nostre abitazioni, e riflettiamo su come potrebbero essere più piacevoli, confortevoli, sicure e sane. Abbiamo intervistato cinque architetti che abitano in Italia, Spagna e Francia – paesi attualmente tutti in lockdown – per raccogliere le loro idee su come il Coronavirus cambierà la casa del futuro.

Tenendo conto delle circostanze in cui ci troviamo e dei dati che riceviamo ogni giorno, sembra ragionevole pensare che questo periodo di isolamento si ripeterà e, molto probabilmente, cambierà il nostro modo di pensare e pianificare gli spazi domestici», dice l’architetto Gonzalo Pardo di Gon Architects.

Le case avranno spazi versatili e multifunzionali

Gli architetti con cui abbiamo parlato hanno sottolineato caratteristiche quali versatilità, multifunzionalità e trasformazione. Infatti secondo Pardo «Le case devono essere trasformabili», mentre l’architetto francese Frédéric Ganichot osserva che «Questa crisi accentuerà la tendenza già esistente di progettare spazi modulari».

Gli spazi multifunzionali sono essenziali in un momento come questo in cui facciamo tutto da casa, dal lavoro all’attività fisica. A causa delle restrizioni, i servizi e gli attrezzi offerti dalle palestre, «Come cyclette, manubri e tappetini da yoga, saranno sempre più inglobati nelle nostre case», dice Pardo.

Probabilmente vedremo la massima enfasi sulla multifunzionalità, tuttavia si prevede «L’inclusione di più spazi attrezzati per il lavoro remoto, dalle stanze indipendenti agli ambienti riconfigurabili a seconda dell’ora della giornata».

Faremo maggiormente uso di tetti e terrazze e cercheremo una connessione tra interno ed esterno

«Le terrazze e i tetti saranno progettati per creare continuità con le aree adiacenti, dando vita a zone giorno interne-esterne, camere da letto con patio privato, ecc.», dice Javier San Juan, fondatore di Lado Blanco Architects.

Gli fa eco Ganichot: «Gli interni delle case si trasformeranno sempre più in spazi esterni», dice.

L’architetto italiano Tommaso Giunchi va ancora oltre. Ci racconta di avere amici e clienti che affermano che «Non vivranno mai più in una casa priva di almeno un piccolo spazio all’aperto».

Pardo ritiene inoltre che i tetti diventeranno più importanti e che saranno «Bastioni della libertà della comunità», afferma.

Allo stesso modo, l’architetto Moisés Royo, fondatore di Muka Arquitectura, pensa che sia importante stabilire un minimo di spazio verde a disposizione di ogni condominio, escluso dalle trattative di vendita o dal prezzo di affitto della proprietà

In Spagna, le nuove costruzioni nelle grandi città tendono spesso a incorporare una terrazza condominiale. Tuttavia, Royo non solo crede che questi spazi siano insufficienti, ma ritiene anche che i quartieri nei centri cittadini, costruiti nel secolo scorso o prima, pongono un problema più grande: «Qui la larghezza delle strade e l’orientamento delle case rendono impossibile garantire le ore minime giornaliere di luce solare necessarie per ogni abitante».

Vi è un urgente bisogno di modificare la struttura di tali quartieri «Per accogliere le zone esterne degli edifici senza aumentare la superficie costruita», spiega Royo. È interessante notare che per gli architetti che abbiamo intervistato, la vera rivoluzione urbana del XXI secolo non è quella di mantenere i veicoli fuori dai centri urbani, ma piuttosto questa garanzia di spazio verde per ogni condominio nei quartieri più centrali.

Come l’architettura può frenare la diffusione del virus

Le città sono spazi di contagio e la densità della popolazione è un grosso problema. Con questo presupposto, Royo sottolinea una serie di problemi specifici che possono essere affrontati per limitare la diffusione di epidemie come il Coronavirus in futuro.

«In primo luogo, è importante sottolineare che apriremo le finestre solo quando avremo necessità di pulire l’esterno del vetro», dice Royo. «Esistono già sistemi di ventilazione meccanica che garantiscono un flusso d’aria costante 24 ore al giorno con livelli molto bassi di CO2 e che eliminano anche le particelle nocive presenti nell’aria, nonché i virus trasmessi attraverso le goccioline d’acqua».

Gli architetti che abbiamo intervistato hanno condiviso diversi consigli su cosa fare per prevenire la diffusione del Coronavirus. Una raccomandazione comune è quella di togliersi le scarpe sull’uscio di casa, ancora meglio nel pianerottolo, per evitare di far entrare il virus in casa. Quindi il problema qui «Non è creato dai virus, ma dalle nostre case», dice Royo. Le abitazioni dovrebbero essere progettate con uno spazio all’ingresso dedicato «Dove togliersi le scarpe non appena si entra», spiega.

«Questo spazio dovrebbe essere seguito da un’altra zona per appendere cappotti e altri capispalla e accessori (cappelli, sciarpe, borse, ombrelli, ecc.). Non si tratta di ambienti che dovranno essere necessariamente grandi: possono essere adattati in base alle dimensioni della casa.
Una soluzione così probabilmente comporta l’eliminazione dei corridoi –spesso colpevoli della distribuzione disfunzionale dello spazio all’interno delle abitazioni – per riallocare la metratura in queste anticamere».

I materiali sono un altro fattore che potrebbe aiutare a frenare la diffusione dei virus. «È importante che le superfici siano facili da pulire e che in alcuni spazi addirittura respingano lo sporco. È poi importante che gli architetti lavorino alla creazione di dettagli che abbiano forme pulite e che siano facili da spolverare e pulire», dice San Juan.

Infine, alcuni dei professionisti che abbiamo intervistato hanno suggerito di ripensare anche le aree comuni. Royo ritiene che la tecnologia abbia un ruolo da svolgere nel rendere tali spazi più sicuri e prevenire la diffusione dei contagi attraverso il contatto con le superfici. Secondo l’architetto le porte con riconoscimento facciale e gli ascensori con comandi vocali, ad esempio, ci permetteranno di ridurre l’uso di pulsanti e comandi manuali.

Abbiamo bisogno di case che ci facciano stare bene

Pardo ritiene che gli spazi domestici «Dovrebbero essere più giocosi e piacevoli, per intrattenere tutta la famiglia».

Questi tipi di pandemie sconosciute, che si evolvono rapidamente, creano molto pessimismo. In ogni caso, c’è sempre un risvolto positivo. «Questo pensiero può sembrare controverso, ma la crisi porterà anche tante cose buone, dice San Juan. «Ad esempio, stiamo riscoprendo il valore di stare insieme, di prendersi cura dei propri vicini, di relazionarsi con gli altri; così come il valore di avere un buon spazio di lavoro, un angolo relax e spazi comuni ben decorati e illuminati che rispondano al nostro gusto e alle nostre necessità».

Sentirsi a proprio agio a casa è essenziale. Allora oggi più che mai «L’intervento di un professionista è indispensabile per aiutarti a pianificare nuovi spazi, pensando al tuo stile di vita e a cosa hai bisogno. Lavoriamo con l’architettura emozionale (neuroarchitettura) riflettendo su come lo spazio costruito influenza la percezione dei suoi fruitori», spiega San Juan e conclude: «Gli spazi che ci circondano ci condizionano».

 

Fonte:https://www.houzz.it/magazine/in-che-modo-il-coronavirus-cambiera-le-nostre-case-stsetivw-vs~134257129?utm_source=Houzz&utm_campaign=u13659&utm_medium=email&utm_content=gallery0_0&newsletterId=13659

 
 
 

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NOI CE LA FAREMO

2020-03-18 18:06:28 gagliano

Siamo italiani, quelli sporchi, chiassosi, indisciplinati, buffi, folcloristici, poveri e talvolta mafiosi….ma siamo anche quelli che nel medioevo hanno costruito le strade, le scuole, hanno insegnato all’europa l’alfabeto che ancora oggi usiamo, spiegato le leggi, il diritto, l’organizzazione dello stato e la creazione di quello di diritto.

Siamo noi, gli italiani, gli autori delle opere  che riempiono i musei di tutto il mondo , dei testi che tutti studiamo, delle invenzioni che tutti usiamo, quelli che con enormi spese e sacrifici si trovano a dover conservare  e gestire ben oltre il 70% del patrimonio culturale ed artistico mondiale.

Siamo noi, gli italiani, siamo quelli che vi hanno esposto al mondo l’arte e la cultura su cui si basa la civiltà di tutta l’Europa , la massima espressione di bellezza, armonia, equilibrio che l’essere umano abbia mai raggiunto.

Siamo noi, gli italiani che per primi abbiamo offerto la civiltà, offerto al mondo la civiltà, l’arte, la geografia, l’economia, l’istruzione.

Siamo noi, gli italiani quelli che hanno creato il parmigiano, la mozzarella, il prosciutto, la mortadella, il salame, i ravioli i tortellini, le lasagne il gelato, la pizza .., quelli che hanno portato in Francia le vigne e che hanno insegnato a fare il vino, la grappa  i distillati, quelli che ogni anno combattono contro i tentativi di scimmiottare i nostri prodotti e copiarne il nome lo stile e la moda.

L’America non avrebbe potuto mangiare patate se non fosse per un temerario italiano che ha navigato verso l’ignoto. 

L’Inghilterra ricordiamo che la fortuna della sua nazione si basa su una bandiera che abbiamo concesso di issare sulle navi inglesi per non essere attaccati dai pirati, la Croce di San Giorgio concessa dalla Repubblica di Genova,  chissa come si sarebbero evoluti i saraceni. Inoltre gli abbiamo insegnato la navigazione!

Per ultimo ma non meno importante RICORDIAMO CHE  quando telefonate, pensate a Meucci, quando guardate la TV o ascoltate la radio, pensate a Marconi, quando usate l’energia elettrica come non ci fosse un domani, pensate che non avreste potuto farlo se non ci fosse stato Fermi!

Noi italiani abbiamo inventato le banche, le università, la prospettiva, l’architettura, l’ingegneria, l’astrofisica, il calendario, la musica otre alle altre innumerevoli cose.

Erano italiani: Giotto, Colombo, Marco Polo, Leonardo, Michelangelo, Bernini, Tiziano, Raffaello, Brunelleschi, Galileo, Cesare, Ottaviano, Vespasiano, Aurelio, Dante e potrei continuare per ore…

Carissimi nominando l’ ITALIA, dovremmo scattare in piedi, abbassare la testa ed essere coscienti che l’origine della società occidentale è qui, se chiediamo aiuto al’Unione Europea dovrebbero.

L’ITALIA è il paese più bello dl mondo non pugnaliamolo alle spalle, accoglieremo a braccia aperte chi  nel momento del bisogno ci ha aiutati, apriremo le nostre città uniche al mondo a loro… visitare Venezia, Roma, Firenze, Genova, Napoli, Bologna, Pisa,Lucca, Assisi, Siena, Torino, Palermo, Agrigento, Milano,Cremona, Mantova, Ferrara, la Toscana, il Monferrato,le Dolomiti, le Alpi, la Puglia, la Sardegna …

Il virus non ha frontiere, colpirà tutti!

Annulliamo l’egoismo l’invidia in quanto sono sentimenti che annullano  il nostro essere! Siamo Italiani siamo forti anche questa volta vinceremo!

 

 

 

 

 

 
 
 

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